“Nel 2022, a seguito di una collaborazione con Turtle S.r.l. Spin Off dell’Università di Bologna, abbiamo sviluppato uno strumento che ci consente di misurare e rendicontare i nostri dati ambientali, monitorando nel tempo le nostre performance e l’impatto derivante dalle nostre attività.
Con il supporto di Turtle, ci siamo dotati di un set di KPI (Key Performance Indicators) che ci permette di orientare le nostre decisioni, mese dopo mese:
Abbiamo il controllo diretto su queste emissioni e, misurandoci, possiamo agire attivamente per ridurle.
Nel 2022, le emissioni dirette ed indirette di Fattoria Triboli sono state pari a 43.389 kgCO2eq.
Emissioni dirette di Ambito 1. Rappresentano le emissioni dovute al gasolio agricolo che consumiamo nei nostri processi produttivi e le emissioni dei nostri mezzi logistici.
Secondo dati Eurostat [1], il “mix energetico” di un’azienda agricola italiana è composto al 70% da gasolio agricolo. In Triboli, la minimizzazione delle pratiche di meccanizzazione ne comporta un notevole risparmio, rappresentando per noi solo il 40% del nostro “mix”.
Emissioni indirette di Ambito 2. Queste emissioni sono dovute al nostro consumo di energia elettrica. La utilizziamo nei processi: nel laboratorio, per trasformare i prodotti agricoli in prodotti pronti alla vendita, e nel magazzino, per mantenere costante la temperatura dell’olio al fine di garantirne la massima qualità. Per le attività di servizio ne consumiamo una minore parte, circa il 18% del totale.
Abbiamo in programma di installare impianti per la produzione di energia rinnovabile ed iniziare attività di riduzione dei consumi.
Emissioni indirette di Ambito 3. Ricadono in questa categoria le emissioni dovute alla nostra catena del valore, sia a monte che a valle il nostro processo. Ci impegniamo attivamente anche a ridurre le nostre emissioni indirette: monitoriamo con costanza la nostra produzione di rifiuti ed i nostri consumi idrici, acquistiamo solo quanto necessario, ponendo massima attenzione al fine vita dei prodotti.
Attraverso le pratiche di agricoltura organica rigenerativa con cui produciamo i nostri prodotti, abbiamo un impatto positivo sulla biodiversità ed immagazziniamo crescenti quantità di carbonio nel terreno migliorandone la fertilità ed effettuando sequestro di anidride carbonica dall’atmosfera. Tale pratica è nota con il nome di “carbon farming”.
L’Unione Europea, nel più ampio schema del “Green Deal”, ha adottato nel 2022 un framework normativo per la contabilizzazione dei sequestri di carbonio. Le metodologie di calcolo per la misurazione e la verifica delle rimozioni di carbonio sono ancora in fase di sviluppo, ma è previsto che la Commissione europea pubblicherà linee guida e standard nei primi mesi del 2024.
In attesa che tali metodologie siano rese pubbliche, abbiamo stimato il potenziale sequestro di carbonio dovuto alle pratiche agricole che attuiamo pari a circa 279 tonnellate anno [2]. Tale valore è sufficiente a coprire ampiamente le nostre emissioni dirette ed indirette.
[1] Eurostat. https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/
[2] Stima effettuata utilizzando i più recenti dati disponibili in letteratura scientifica