Qual è l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente?

Data pubblicazione: 05/06/21

Target: Economy and Environment

Reading time: 5 minutes

Ripristinare gli ecosistemi: ecco qual è il tema della Giornata dell’Ambiente 2021.

Quando pensiamo agli effetti dell’agricoltura sull’ambiente non ci soffermiamo mai a riflettere sui danni che crea al nostro ecosistema: “Non si parla mica di centrali nucleari, di industrie siderurgiche o di miniere a cielo aperto!”

Forse non lo sapevate, ma è proprio l’agricoltura intensiva, ad essere la più grande minaccia per la nostra terra.

Nella prefazione del libro “Save and Grow”, pubblicato nel 2011 dalla FAO (L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) il Direttore Generale José Graziano da Silva scrive:

Nell’ultimo mezzo secolo, l’agricoltura intensiva, ha aumentato la produzione alimentare globale e il consumo alimentare medio pro capite. Nel processo, tuttavia, ha impoverito le risorse naturali di molti agro-sistemi, mettendo a rischio la produttività futura.”

Il cambiamento climatico e la preservazione dell’ambiente sono la sfida più importante per gli agricoltori del ventunesimo secolo. L’industria agricola infatti incide nel cambiamento atmosferico e ne subisce tutti i suoi effetti.

Diviene quindi necessario intervenire e modificare le modalità e gli strumenti adottati dall’agricoltura convenzionale e passare ad un’agricoltura qualitativa che non sfrutti più il terreno e le sue risorse naturali.

Quali sono le ragioni per cui l’agricoltura convenzionale non è sostenibile?

L’agricoltura convenzionale, soprattutto dal 900 in poi, è stata il motivo determinante dall’ impoverimento dei terreni: con la deforestazione, per fare spazio ai grandi appezzamenti coltivabili; arando eccessivamente, con la conseguente erosione del suolo; attraverso l’utilizzo sconsiderato di fertilizzanti e pesticidi, responsabili dell’inquinamento non solo dei terreni, ma anche delle falde acquifere. Per non parlare poi delle emissioni di CO2 generate dal sistema agricolo, che rappresentano ben il 25% sul totale.

Possiamo affermare che nell’arco di circa 70 anni, l’uomo ha distrutto una parte importante del patrimonio-suolo che la natura ha invece creato in miliardi di anni.

Tutto ciò ha già determinato una minor produttività delle coltivazioni agricole, che risulteranno insufficienti per una popolazione che sta aumentando velocemente – si calcola di raggiungere 9 miliardi di persone entro una trentina di anni.

È facile quindi intuire che senza intraprendere un cambiamento dei metodi adottati nell’agricoltura, entro pochi anni la domanda sarà inversamente proporzionale all’offerta, con la conseguenza di rendere i prodotti agricoli “preziosi” e con la possibilità di essere destinati soltanto ad una piccolissima parte della popolazione.

Un piccolo passo: puntare sull’Agricoltura Organica Rigenerativa dei suoli (AOR)

Per contrastare il processo di impoverimento del suolo e della materia organica contenuta in esso, possiamo adottare pratiche di Agricoltura Organica e Rigenerativa (AOR), che sono innovative e davvero sostenibili per l’ambiente.

Siamo arrivati al punto i cui neanche un’agricoltura moderata, che cerca di rispettare l’ambiente, è abbastanza. Non dobbiamo solo provare, abbiamo esigenza di fare di più. Per fronteggiare i gravi cambiamenti climatici che si stanno manifestando nel frenetico mondo in cui viviamo, non è sufficiente parlare di pratiche agricole sostenibili. Non basta sostenere l’ambiente e neanche conservarlo, il suolo deve essere rigenerato restituendogli tutta la materia organica sottratta in questi anni per sostenere una produzione intensiva.

Qual è l’obiettivo principale dell’AOR? Passare dallo sfruttamento intensivo della natura ad una sua guarigione, attraverso pratiche agricole rigeneranti, che non permettono di ottenere enormi quantità di prodotti agricoli nel minor tempo possibile, ma che aspirano alla rigenerazione e all’arricchimento del suolo per avere una produzione costante e vantaggiosa a lungo termine.

Andiamo a vedere più nel dettaglio quali sono le attività di AOR con esempi concreti.

1. RIGENERARE IL SUOLO – “MANO ALLA VANGA”

La rigenerazione del suolo consiste nell’incrementare la sostanza organica, cedendo al terreno una buona disponibilità di elementi minerali e favorendo una diversificazione microbiologica.

Una tecnica strumentale adottata dagli “agricoltori AOR” è il maggior utilizzo della vanga al posto di mezzi pesanti, ovviamente dove è possibile farlo.

Se nelle lavorazioni agricole adottiamo in modo eccessivo negli stessi spazi mezzi pesanti, andiamo a compattare i primi centimetri di terreno, impendendo al terreno la corretta areazione e il giusto incanalamento di acqua.

Senza un terreno poroso ed arieggiato i microrganismi non agiscono al loro meglio, le radici fanno fatica a svilupparsi e l’acqua viene assorbita solo in parte, per poi essere rigettata fuori dal terreno.

Ecco perché diamo spazio al concetto “mano alla vanga”. In questo modo il terreno viene lavorato in modo più consapevole e si evita il compattamento del suolo.

Sappiamo che per lavorazioni che riguardano ampi appezzamenti di terreno non è possibile utilizzare solo la vanga, ma quantomeno dovremmo porre la giusta attenzione minimizzando il passaggio sul terreno con le macchine agricole.

Non dovete però pensare che l’Agricoltura Organica Rigenerativa sia contraria all’innovazione ed alla tecnologia, è molto importante invece adottare tecniche moderne proprio per ridurre l’impatto ambientale delle lavorazioni.

2. RIGENERARE GLI ECOSISTEMI – “IL BIOCHAR”

Per rigenerare gli ecosistemi si può intervenire limitando l’inquinamento da sostanze chimiche preferendo quelle naturali, in particolare valorizzando gli scarti aziendali creando Compost, Biochar, Bio-feritilizzanti e gestendo in modo efficace le risorse idriche naturalmente presenti sul territorio.

Il Biochar o carbone vegetale è il residuo biologico che si ottiene dalla decomposizione di materia organica in condizioni di assenza di ossigeno a temperature elevate.

Si ottiene riscaldando materiali che contengono il carbonio, come la paglia o il legno in totale assenza di ossigeno, ciò che si ottiene è chiamato Biochar, composto per il 90% da carbonio.

Lo sapevate che le piante assorbono 3 tonnellate di Co2 dall’atmosfera e le trasformano in una tonnellata di carbone vegetale che si fissa nel terreno? Non male eh?

Il Biochar infatti permette di non disperdere Co2 nell’atmosfera e migliora la struttura dei terreni, aumentando la sua capacità di trattenere l’acqua e le componenti nutrienti.

3. RIGENERARE LA BIODIVERSITA’- COVER CROPS

Favorire e rigenerare la biodiversità significa far coesistere in un ecosistema, diverse specie animali e vegetali al fine di creare un equilibrio dato dalle loro inter-relazioni.

Una pratica di AOR che migliora la biodiversità è il Sovescio.

In cosa consiste il sovescio?

In base alle caratteristiche chimiche del terreno si sceglie il seme da interrare: ogni famiglia di piante rilascia al terreno diverse proprietà, è quindi importante selezionare la giusta varietà.

Quando la pianta raggiunge la sua maturazione, viene “allettata” sul terreno attraverso appositi rulli oppure falciandola in modo grossolano, così da garantire al suolo uno strato protettivo per trattenere l’umidità e proteggerlo dai caldi raggi del sole nella stagione estiva.

Per creare una perfetta sinergia dell’eco-sistema, l’ideale sarebbe scegliere piante mellifere e nettarifere per contribuire al lavoro degli insetti impollinatori (api, bombi, formiche, farfalle, ecc…).

AOR – LA SVOLTA…DA INTRAPRENDERE!

Secondo alcune ricerche svolte da Deafal, una ONG che opera nello “Sviluppo Rurale”, dopo 5 anni dall’adozione delle tecniche AOR, in media, in un ettaro di suolo siamo in grado di:

  • aumentare di almeno l’1% il suo contenuto di sostanza organica (SO).
  • 1% di SO equivale a dire circa 18 T di carbonio fissato quindi 66 T di CO2 sottratta dall’atmosfera.
  • l’1% di SO vuol dire fino al 10% in più di capacità del suolo di trattenere l’acqua – ossia contrastare problemi di siccità e di erosione del suolo.
  • l’1% di sostanza organica in più nel terreno significa risparmiare fino al 20% nelle concimazioni.

Al fine di avere dei risultati concreti ed un significativo aumento della fertilità e della sostanza organica del suolo dovremmo cooperare ed adottare pratiche rigenerative nell’economia agricola mondiale.

Vi è anche una certa fretta: il tempo scorre ancora più velocemente quando si tratta di cambiamento climatico e la svolta deve avvenire il prima possibile.

La trasformazione dei terreni in grandi riserve di carbonio e un’agricoltura innovativa ben fatta possono sicuramente aiutare l’ambiente e contrastare il “Climat Change”, ma questo non è abbastanza…

Ora tocca a te, cosa pensi di fare per aiutare l’ambiente?

Fonti:

Agricoltura Organica Rigenerativa Matteo Mancini

FAO Pratiche Agricole Sostenibili

Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite

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