Il vento e la sua funzione di impollinazione
“Chi ha visto il vento?
Né voi né io.
Ma quando gli alberi chinano il capo,
vuol dire che il vento sta passando.”
Christine Rossetti (poetessa britannica del 1830).
Cosa voleva dire Christine? Spesso durante il giorno utilizziamo la parola vento: “Che vento forte tira oggi!”, “C’è il mare mosso…è colpa del vento!”, “Questo venticello fresco mi ha fatto ammalare”… ma quanti di noi sanno veramente, cos’è il vento?
In parole semplici il vento è un fenomeno naturale generato dalle differenze di pressione in due punti dell’atmosfera. Il Sole infatti, non riesce a riscaldare in modo omogeneo tutte le masse d’aria della superficie terrestre. Questo determina un contrasto tra le correnti, l’aria calda tende a salire verso l’alto, mentre l’aria fredda tende a scendere verso il basso, per questo motivo e per la differente umidità presente nell’atmosfera si vanno a generare i venti.
Possiamo individuare diverse categorie di venti: i venti costanti e i venti stagionali, quelli deboli e quelli forti, quelli caldi e quelli freddi… ce ne sono veramente tantissimi! Noi però, vorremmo scrivervi del potenziale del vento e dell’importante impatto che ha sulla terra e sull’umanità.
Vi siete mai domandati quante e quali funzioni ha il vento?
Io ci penso soltanto oggi per la prima volta ed effettivamente, il vento fa un sacco di cose.
Tutti noi lo conosciamo come fonte di energia. Basta pensare ai primi mulini a vento, nati in Persia circa 5000 anni fa, capaci di produrre quell’importante alimento, che è il grano; fino ad arrivare alle moderne pale eoliche, che sono un’importante fonte di energia rinnovabile – nell’Unione Europea l’energia eolica costituisce l’11,6% dell’energia totale.
Per secoli, il vento, ha spinto le vele di mercanti e marinai per gli oceani, è sfruttato dagli uccelli per i loro voli, modella i paesaggi di tutto il mondo – dalle dune del deserto alle cime delle montagne. Infine, assume anche l’importante ruolo di impollinatore per moltissime specie vegetali, in particolare le graminacee (orzo, mais, avena, canna da zucchero, ecc.…), le querce, i castagni, i noci, gli olivi e molti altri.
Insomma, possiamo dire che il vento è importante tanto quanto le api, che come ben sappiamo impollinano i fiori, permettendo la loro persistenza costante nell’ambiente naturale.
L’impollinazione del vento invece come funziona?
In termini tecnici si parla di impollinazione anemofila (anemo – dal greco “vento”), ossia la diffusione del polline che avviene grazie alle correnti ventose.
Spesso le piante che scelgono questo tipo di impollinazione, sono caratterizzate dall’assenza di profumo, dalla scarsa appariscenza dei fiori, dalla pochissima produzione di nettare e dalla moltitudine di granuli di polline.
Il polline delle specie vegetali anemofile, per poter essere trasportato dal vento, è leggero, poco appiccicoso e ha dimensioni minuscole… ed è anche quello che scatena le allergie!
La tecnica dell’impollinazione anemofila è stato un passo evolutivo delle specie vegetali, che in questo modo hanno separato gli organi riproduttivi maschili da quelli femminili dalla stessa pianta, evitando il problema della consanguineità e favorendo la biodiversità della specie.
Una curiosità: lo sapete chi adotta questa modalità di riproduzione? L’olivo. Infatti, tantissime varietà di questa specie sono autosterili.
Ipotizziamo di piantare una nuova oliveta monocultivar di 2000 piante di Leccino. Circa il 10% di questi olivi (200 piante) deve essere una varietà di impollinatori – i cosiddetti “maschi” (Pendolino, Maurino, ecc…) – che sono caratterizzati da un abbondante produzione di polline. In questo modo, durante le fioriture, che devono avvenire in tempi concomitanti, il polline può essere trasportato dall’aria fino a 10 km di distanza.
Tuttavia, nonostante il numero di fiori presenti sull’olivo sia altissimo, la percentuale di allegagione (rapporto fra il numero di frutti che si sviluppano dai fiori fecondati e quello dei fiori totalmente presenti sulla pianta all’inizio della fioritura) si aggira fra il 2-4%.
Insomma, avete capito che se eliminassimo il fattore vento dal ciclo riproduttivo vegetale, sarebbe un vero disastro!
In occasione della giornata della Giornata Mondiale del Vento, possiamo mostrargli la nostra riconoscenza e riflettere su quanto è importante per l’ambiente e per l’uomo.
E voi, quanto ne sapete sul vento?